Caso Schwazer, Wada attacca l’Italia: “E’ mancato il giusto processo”. La replica del legale: “Frasi senza sostanza”.
ROMA – Caso Schwazer, Wada attacca l’Italia. L’Agenzia Mondiale antidoping ritorna sulla vicenda del marciatore e critica duramente il nostro Paese. “La mancanza di correttezza e di giusto processo è evidente […] – si legge in una nota, riportata da La Repubblica – ci vorrebbero molte pagine per correggere tutti gli errori e le incomprensioni del decreto del giudice istruttori […]. Non ci sono state violazioni nella catena di custodia esterna del campione o nella catena di custodia interna. Il gruppo di esperti scientifici Tas ha anche scoperto sulla base di un esame approfondito del pacchetto di documentazione del laboratorio e delle prove del personale del laboratorio di Colonia, che tutti i movimenti del campione all’interno del laboratorio di Colonia erano adeguatamente documentati“.
La replica del legale
Non è mancata la replica del legale di Alex. “Quello che dice la Wada – ha detto Gerhard Brandstatter – è privo di sostanza. Non vogliono ricordare, fra le tante cose, che ad Alex è stato imposto un rito abbreviato nel giugno 2016 con rinuncia ad ogni appello, la sede di Rio de Janeiro che non era competente, e difatti l’udienza lì è stata spostata dalla sede Tas in un ufficio competente […]“.
E sulla possibilità di partecipare alle Olimpiadi ha detto: “Dobbiamo andare la Suprema Corte Svizzera e chiedere che ordini il riesame e dia la sospensiva. E’ un giudice civile che deve intervenire in maniera sportiva, non è facile ma ci proviamo […]“.
Donati: “La Wada non è un arbitro neutro”
Il comunicato è stato commentato anche da Sandro Donati, allenatore dell’atleta italiano: “La Wada non è un arbitro neutro, una risposta così lunga ed articolata è molto strana e mi fa pensare, spero non sia un messaggio per i giudizi svizzeri. Oggi la Wada ha dimostrato di essere parte in causa, coinvolta nella vicenda come lo sono World Athletics e il laboratorio di Colonia“.